Enrique Irazoqui e Il Vangelo secondo Matteo di Pasolini
Testo di Guido Barbieri con Fabiana Piersanti
Produzione del Festival della Piana del Cavaliere
Flauto
Massimo Mercelli
Solisti dell’Orchestra Filarmonica Vittorio Calamani
Narrating voice
Guido Barbieri
Programma
Johann Sebastian Bach
Suite n. 2 in si minore BWV1067 per flauto e orchestra
Michael Nyman
Flauto solo
Giovanni Sollima
Contrafactus per flauto e archi
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Questa è la storia di un Gesù che non è mai esistito, un Gesù di pietra,
con gli occhi d’inchiostro e le sopracciglia nere, nato tra i Sassi di Matera
e morto alla fine di un film. È la storia vera, in realtà, di Enrique Irazoqui,
il giovane anarchico e sindacalista catalano che Pier Paolo Pasolini, per caso e
poi per volontà, scelse per la parte del protagonista di uno dei suoi film
più discussi e controversi: Il Vangelo secondo Matteo, girato nel sud d’Italia
tra il 1963 e il 1964. Fu una coincidenza – o meglio una sincronia – a far incontrare
Enrique e Pier Paolo a Roma, proprio mentre Pasolini stava cercando un volto,
un corpo, uno sguardo per il Gesù che aveva in mente. E capì che proprio quel
ragazzo di diciannove anni, padre basco e madre italiana di origini ebraiche,
appena arrivato in Italia per raccogliere fondi a favore del sindacato universitario
clandestino di Barcellona, era il suo Cristo ideale.
“Ho trovato Gesù, Gesù è in casa mia” – disse Pasolini subito dopo averlo incontrato.
Non era un attore, però, Enrique, e non lo sarebbe mai stato, anche se il suo volto appare,
mai come protagonista, in una decina di film girati in Spagna e in Italia negli anni successivi.
E infatti la sua esistenza ha seguito strade assai diverse. Privato del passaporto ed espulso
dall’Università per aver partecipato – secondo il regime franchista – ad un film di
“propaganda comunista”, riesce comunque nel 1969 a raggiungere Parigi, dove si laurea
in Economia. E poi, grazie al sostegno di alcuni intellettuali italiani come Elsa Morante e
Natalia Ginzburg, si trasferisce negli Stati Uniti dove studia e insegna letteratura spagnola
in diverse università. Appassionato di scacchi, giocatore professionista, durante un torneo
tra le nazionali di Francia e di Spagna riesce a sconfiggere, al termine di un incontro
leggendario, Marcel Duchamp, anch’egli giocatore di alto livello. Negli anni Settanta inizia a
sperimentare la tecnica di gioco contro un computer, ma deluso dalle prestazioni dei
programmi allora esistenti, perfeziona un dispositivo che consente a due computer di
giocare tra loro. Nella seconda metà della sua vita si ritira a Cadaques, in Costa Brava,
cittadina famosa per essere stata il buen retiro di Picasso, Dalì e Garcia Lorca,
dove continua ad organizzare tornei di scacchi e a coltivare la sua passione
profonda per la fotografia. Scompare nel settembre del 2020, a 76 anni di età.