Coincidenze - Festival della Piana del Cavaliere

Coincidenze - Festival della Piana del Cavaliere
Novembre 11, 2021

05.09.2021

Teatro Mancinelli - Orvieto

Concerto sinfonico

Progetto coprodotto con
Accademia Chigiana

Progetto in collaborazione con
Piccolo Teatro di Milano Festival Impuls
Festival Gaudeamus

Orchestra Filarmonica Vittorio Calamani

Voce recitante
Giovanni Drago
Scuola Ronconi del Piccolo Teatro di Milano

Direttore
Hossein Pishkar

Programma

Beste Özçelebi
27
per Orchestra d’archi e voce recitante Prima assoluta

Livia Malossi Bottignole
Un dì si venne a me Malinconia
per Orchestra d’archi e voce recitante Prima assoluta

Daria Scia
Su spiri d’oro
per Orchestra d’archi e voce recitante Prima assoluta

Benjamin Britten
Simple Symphony, op. 4
Boisterous Bourrée
Playful Pizzicato
Sentimental Saraband
Frolicsome Finale

I primi tre brani di questo programma sono stati commissionati dal Festival della Piana del Cavaliere su testi di Dante Alighieri e Leonardo Sciascia in occasione dei 700 anni dalla morte del primo e dei 100 anni dalla nascita del secondo.
Questo lavoro è stato svolto in coproduzione con l’Accademia Chigiana di Siena, il Festival Impuls di Berlino e il Festival Gaudeamus di Utrecht che hanno selezionato tre compositrici alle quali affidare questi lavori.

La Simple Symphony op. 4 è uno dei brani più noti del compositore inglese Benjamin Britten. Composta nel 1934, quando il suo autore aveva soltanto vent’anni, raccoglie otto temi tratti da alcune opere precedenti e li assembla in modo organico all’interno di una composizione di più ampio respiro. Ne nasce una pagina fresca e piacevole, nella quale trovano posto in sapiente equilibrio la vivacità e l’irruenza tipica degli anni giovanili di Britten e il gusto per gli impasti timbrici, che saranno le caratteristiche principali della sue ultime composizioni.
L’aggettivo simple, semplice, si riferisce alla chiarezza della struttura della composizione, ben evidenziata anche dai precisi riferimenti che accompagnano l’intestazione dei quattro movimenti, e non certo alla facilità di esecuzione. Sorta di legame fra le forme storiche della sinfonia e della suite, la Simple Symphony, ha avuto fin dalla prima esecuzione pubblica, avvenuta ad opera di un’orchestra di amatori di Norwich il 6 marzo 1934 sotto la direzione dello stesso autore, il favore del pubblico e della critica, tanto da trovare uno spazio permanente nelle programmazioni concertistiche di tutte le orchestra d’archi del mondo.
La Boisterous Bourrée è scritta in forma-sonata e si avvale di due temi tratti da una Suite per pianoforte del 1926 e da una canzone del 1923. Dopo quattro energiche strappate degli archi, si intrecciano in vivace contrappunto due motivi: una scaletta discendente di crome (violini) e un tema saltellante in semiminime (violoncelli). Il secondo tema, introdotto da un ritmo ostinato di pastorale, è una melodia dolce e distesa. Un episodio in pizzicato riprende ed elabora i due motivi precedenti, poi un crescendo orchestrale porta all’Animato, nel quale si combinano il ritmo del primo tema con la melodia del secondo. Poi il discorso si placa e approda alla ripresa del primo tema e alla breve coda conclusiva.
Il Playful Pizzicato, che utilizza uno Scherzo per pianoforte del 1924 e una canzone dello stesso anno, si apre con una sorta di moto perpetuo di guizzanti crome che scorrono allegramente da una sezione all’altra dell’orchestra, come una danza di folletti allegri e spensierati. Nel Trio centrale viole e bassi scandiscono un ritmo pesante e regolare, mentre violini primi e secondi espongono un motivo di schietta marca campestre.

Segue la regolare ripresa della prima parte e una breve coda conclusiva.
Il movimento successivo è la Sentimental Saraband, il cui tema principale, tratto dalla terza Suite per pianoforte del 1925, ha quasi l’aspetto di un doloroso corale esposto da tutta l’orchestra compatta. Il secondo tema è tratto da un valzer per pianoforte del 1923 e col suo aspetto tenero e delicato contrasta fortemente col primo. Una drammatica ripresa del tema principale, forte e a piena orchestra, precede un episodio che spezza la scrittura corale precedente con ampi passi in ottava e con scale ascendenti di crome. La Coda, tutta in pianissimo, vede riaffiorare per l’ultima volta il tema di valzer.
Il Frolicsome Finale presenta un primo tema, ritmico e vibrante, che risale alla nona Sonata per pianoforte del 1926. Il secondo tema invece è tratto da una canzone del 1925. Un episodio di sviluppo dal carattere inquieto precede la regolare ripresa dei due temi e la coda Più presto.

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