Coincidenze

Coincidenze
DATA: 05-09-2021
ora: 21:00
SOLISTA: Giovanni Drago, Voce Narrante
DIRETTORE D'ORCHESTRA:Hossein Pishkar

Beste Özçelebi
27
per Orchestra d’archi e voce recitante
Prima assoluta

Livia Malossi
Un dì si venne a me malinconia

per Orchestra d’archi e voce recitante
Prima assoluta

Daria Scia
Su spiri d’oro
per Orchestra d’archi e voce recitante
Prima assoluta

Benjamin Britten
Simple Symphony, op. 4
Boisterous Bourrée
Playful Pizzicato
Sentimental Saraband
Frolicsome Finale

Progetto coprodotto con
Accademia Chigiana

Progetto in collaborazione con
Piccolo Teatro di Milano
Festival Impuls
Festival Gaudeamus

 


 

Note di sala
I primi tre brani di questo programma sono stati commissionati dal Festival della Piana del Cavaliere su testi di Dante Alighieri e Leonardo Sciascia in occasione dei 700 anni dalla morte del primo e dei 100 anni dalla nascita del secondo.
Questo lavoro è stato svolto in coproduzione con l’Accademia Chigiana di Siena, il Festival Impulse di Berlino e il Festival Gaudeamus di Utrecht i quali hanno selezionato tre compositrici alle quali affidare questi lavori.

Dante Alighieri
Ne li occhi porta la mia donna Amore
(Vita nuova, cap. XXI)

Ne li occhi porta la mia donna Amore,
per che si fa gentil ciò ch’ella mira;
ov’ella passa, ogn’om ver lei si gira,
e cui saluta fa tremar lo core,
sì che, bassando il viso, tutto smore,
e d’ogni suo difetto allor sospira:
fugge dinanzi a lei superbia ed ira.
Aiutatemi, donne, farle onore.
Ogne dolcezza, ogne pensero umile
nasce nel core a chi parlar la sente,
ond’è laudato chi prima la vide.
Quel ch’ella par quando un poco sorride,
non si pò dicer né tenere a mente,
sì è novo miracolo e gentile.
Un dì si venne a me Malinconia (Rime, LXXII)

Un dì si venne a me Malinconia
e disse: “Io voglio un poco stare teco”;
e parve a me ch’ella menasse seco
Dolore e Ira per sua compagnia.
E io le dissi: “Partiti, va via”;
ed ella mi rispose come un greco:
e ragionando a grande agio meco,
guardai e vidi Amore, che venia
vestito di novo d’un drappo nero,
e nel suo capo portava un cappello;
e certo lacrimava pur di vero.
Ed eo li dissi: “Che hai, cattivello?”.
Ed el rispose: “Eo ho guai e pensero,
ché nostra donna mor, dolce fratello”.

Leonardo Sciascia
In memoria (La Sicilia, il suo cuore)

L’inverno lungo improvviso si estenua
nel maggio sciroccoso: una gelida
nitida favola che ti porta, al suo finire,
la morte – così come i papaveri
accendono ora una fiorita di sangue.
E le prime rose son presso le tue mani esangui,
le prime rose sbocciate in questa valle
di zolfo e d’ulivi, lungo i morti binari,
vicino ad acque gialle di fango
che i greci dissero d’oro. E noi d’oro
diciamo la tua vita, la nostra
che ci rimane – mentre le rondini
tramano coi loro voli la sera,
questa mia triste sera che è tua.

 

Tratto da Dalle parti degli infedeli

Ma perché meravigliarci della causalità
della casualità, di tutti gli assortimenti,
i ritorni, le ripetizioni, le coincidenze,
le speculari rispondenze tra realtà
e fantasia, le indefettibili circolarità
di cui è fitta la vita e ogni vita:
se rappresentano – ormai lo sappiamo –
il solo ordine possibile?”

Benjamin Britten, Simple Symphony op. 4
La Simple Symphony op. 4 è uno dei brani più noti del compositore inglese Benjamin Britten. Composta nel 1934, quando il suo autore aveva soltanto vent’anni, raccoglie otto temi tratti da alcune opere precedenti e li assembla in modo organico all’interno di una composizione di più ampio respiro. Ne nasce una pagina fresca e piacevole, nella quale trovano posto in sapiente equilibrio la vivacità e l’irruenza tipica degli anni giovanili di Britten e il gusto per gli impasti timbrici, che saranno le caratteristiche principali della sue ultime composizioni.

L’aggettivo simple, semplice, si riferisce alla chiarezza della struttura della composizione, ben evidenziata anche dai precisi riferimenti che accompagnano l’intestazione dei quattro movimenti, e non certo alla facilità di esecuzione. Sorta di legame fra le forme storiche della sinfonia e della suite, la Simple Symphony, ha avuto fin dalla prima esecuzione pubblica, avvenuta ad opera di un’orchestra di amatori di Norwich il 6 marzo 1934 sotto la direzione dello stesso autore, il favore del pubblico e della critica, tanto da trovare uno spazio permanente nelle programmazioni concertistiche di tutte le orchestra d’archi del mondo.

La Boisterous Bourrée è scritta in forma-sonata e si avvale di due temi tratti da una Suite per pianoforte del 1926 e da una canzone del 1923. Dopo quattro energiche strappate degli archi, si intrecciano in vivace contrappunto due motivi: una scaletta discendente di crome (violini) e un tema saltellante in semiminime (violoncelli). Il secondo tema, introdotto da un ritmo ostinato di pastorale, è una melodia dolce e distesa. Un episodio in pizzicato riprende ed elabora i due motivi precedenti, poi un crescendo orchestrale porta all’Animato, nel quale si combinano il ritmo del primo tema con la melodia del secondo. Poi il discorso si placa e approda alla ripresa del primo tema e alla breve coda conclusiva.

Il Playful Pizzicato, che utilizza uno Scherzo per pianoforte del 1924 e una canzone dello stesso anno, si apre con una sorta di moto perpetuo di guizzanti crome che scorrono allegramente da una sezione all’altra dell’orchestra, come una danza di folletti allegri e spensierati. Nel Trio centrale viole e bassi scandiscono un ritmo pesante e regolare, mentre violini primi e secondi espongono un motivo di schietta marca campestre. Segue la regolare ripresa della prima parte e una breve coda conclusiva.

Il movimento successivo è la Sentimental Saraband, il cui tema principale, tratto dalla terza Suite per pianoforte del 1925, ha quasi l’aspetto di un doloroso corale esposto da tutta l’orchestra compatta. Il secondo tema è tratto da un valzer per pianoforte del 1923 e col suo aspetto tenero e delicato contrasta fortemente col primo. Una drammatica ripresa del tema principale, forte e a piena orchestra, precede un episodio che spezza la scrittura corale precedente con ampi passi in ottava e con scale ascendenti di crome. La Coda, tutta in pianissimo, vede riaffiorare per l’ultima volta il tema di valzer.

Il Frolicsome Finale presenta un primo tema, ritmico e vibrante, che risale alla nona Sonata per pianoforte del 1926. Il secondo tema invece è tratto da una canzone del 1925. Un episodio di sviluppo dal carattere inquieto precede la regolare ripresa dei due temi e la coda Più presto.


 

 

Livia Malossi Bottignole
Nata a Cesena nel 1996, si è diplomata in Pianoforte nel 2017 con il massimo dei voti e ha ottenuto nel 2019 la laurea specialistica nel Biennio di Musica da Camera con il massimo dei voti e la lode. Attualmente è iscritta al terzo anno del Triennio di Composizione presso il Conservatorio G.B. Martini di Bologna, con il M. Paolo Aralla. Ha studiato anche con Gilberto Cappelli, Claudio Scannavini, Chiara Benati e Francesco Carluccio. Per i suoi lavori, nel 2020 Livia Malossi ha vinto il primo premio al 30° Concorso Internazionale Città di Barletta, una Distinguished Mention al Please Yourself ACO Composition Competition ed è stata selezionata per il 27th Young Composer Meeting dell’Orkest de Ereprijs, dove è risultata vincitrice della RSKT 2021 Commission, per un brano orchestrale che verrà eseguito all’interno dell’Andriessen Festival nel 2022. Nel 2021 è inoltre risultata vincitrice della Juurilla Commissioning Grant del Versoi Ensemble.
I suoi brani sono stati eseguiti per L’Università di Padova, EstOvest Festival di Torino, Area Sismica di Forlì, AngelicA – Centro di Ricerca Musicale Teatro San Leonardo e Teatro Comandini (di Socìetas Raffaello Sanzio), nonché in altre occasioni. La sua produzione, inoltre, non si limita all’ambito esclusivamente musicale: negli anni precedenti, infatti, ha collaborato regolarmente alla realizzazione di spettacoli originali con attori e danzatori come Michele di Giacomo, Piero Ramella e Francesco dell’Accio. Una sua produzione audiovisiva, Virtual Landscape 001 / For the Rust, realizzata in collaborazione con il performer Piero Ramella, è stata selezionata per la proiezione a Ibrida Festival di Forlì nel settembre 2021.
Nel 2018 ha ricevuto una menzione speciale per meriti artistici dall’Inner Wheel Club di Bologna, e nello stesso anno è apparsa nel docufilm Proprio Destino di Cesare Ronconi e Martina Dall’Ara, per il Teatro Valdoca, che nel 2019 ha vinto il Premio del Cinema del Reale all’omonimo festival a Corigliano d’Otranto.
Livia è anche membro fondatore del collettivo In.Nova Fert, giovane realtà di scrittura musicale “comunitaria” attiva nel bolognese dal 2017. Nel 2020, In.Nova Fert ha ricevuto la commissione per Sette canzoni per Bruno, un concerto-documentario sulla figura di Bruno Maderna che è stato presentato in prima esecuzione assoluta da FontanaMIX Ensemble al 64° Festival Internazionale di Musica Contemporanea – Biennale di Venezia 2020, e successivamente in altri teatri.
I brani di In.Nova Fert sono inoltre stati eseguiti per: Amici della Musica di Modena; EstOvest Festival di Torino; Romagna Cello Ensemble; Bologna Modern Festival del Teatro Comunale di Bologna; MamBO – Museo d’Arte Moderna di Bologna; Regione Emilia-Romagna; Italian Cello Consort e la Panstwowa Szkola Muzyczna im. Chopina di Olsztyn.

Daria Scia
Si diploma in pianoforte al conservatorio di Avellino e in composizione, sotto la guida del maestro Manca, al conservatorio di Milano. Contemporaneamente agli studi musicali si lurea in filosofia all’Università Federico II di Napoli. Presso l’Accademia Musicale Chigiana frequenta i corsi estivi di alto perfezionamento in composizione del maestro Sciarrino. Attualmente è iscritta al Master di II livello di composizione del conservatorio di Milano. Ha vinto una borsa di studio per un anno di tirocinio post diploma con l’ensemble Klangforum Wien. Particolarmente interessata al teatro musicale, è impegnata in un lavoro di ricerca artistica sulla vocalità, iniziato in conservatorio col supporto dell’Orpheus Institute di Gent, e nella stesura di un pezzo per teatro musicale per soprano, violino, clarinetto ed ensemble incentrato sul tema dell’estasi mistica.

Beste Özçelebi
La compositrice turca, vincitrice del premio 2017 del premio “Giovani compositori e musicologo” dell’Associazione dei compositori tedeschi, chiama Lipsia la sua casa. Dall’inizio della sua carriera musicale, la sua musica è stata eseguita in Europa, negli Stati Uniti, in Giappone e nel suo paese d’origine, la Turchia, ed è stata una partecipante attiva in vari rinomati festival e masterclass per la nuova musica. Il suo lavoro spazia dal solista ai grandi pezzi orchestrali, e dallo strumentale all’acusmatico. La sua musica si occupa dell’esplorazione artistica transdisciplinare della musica e della media art. Dopo i suoi studi di pedagogia musicale e composizione in Turchia, Beste ha conseguito un master e un post-laurea in composizione presso l’Accademia di musica e teatro “Felix Mendelssohn Bartholdy” di Lipsia.

 

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